CONTRATTO, NIENTE RINNOVO. SI VA VERSO LO SCIOPERO*

Dunque si va verso lo sciopero. Visto che il rinnovo del contratto giornalistico, scaduto da una decina d’anni, non è proprio alle viste. E ciò nonostante il lavoro importante e generoso svolto dalla delegazione Fnsi al tavolo delle trattative con la Fieg.
Riassunto delle puntate precedenti. Le trattative con gli editori sono state lunghe, sofferte e “a singhiozzo”, viste le lunghe e numerose pause che si sono succedute in questi ultimi due anni fra un incontro e l’altro.
La Fieg ha sempre chiesto di modificare per i nuovi assunti, diversi istituti attualmente presenti nel contratto scaduto (domeniche e festivi ben pagati, rimodulazione dei notturni, superfestivi…) in cambio di aumenti tabellari. Il sindacato ha giustamente rifiutato di penalizzare i giornalisti del futuro, consapevole che si sarebbe trattato, oltre che di una palese ingiustizia, anche della fine della professione (oltre che del sindacato stesso).
E allora si è passati al piano b, una sorta di ennesimo contratto ponte, che avrebbe lasciato invariati gli attuali istituti contrattuali, con un aumento economico sotto forma di Edr, elemento distinto dalla retribuzione, dunque parte bassa della busta paga, senza ricadute a cascata sugli altri istituti. A questo punto, gli editori hanno fatto un’offerta economica risibile, spalmata perdipiù su tre anni, che ha portato di fatto alla sospensione del tavolo. Si badi bene che la posizione della Fieg non prevedeva nemmeno il recupero dell’inflazione che si è accumulata in questi anni.
Purtroppo l’epilogo, per ora, di questa vicenda era ampiamente prevedibile sin dall’inizio delle trattative. La controparte contrattuale, che pur in una situazione effettiva di crisi continua a incassare ingenti somme dallo Stato, non è disposta ad aprire il portafoglio e a investire sulle proprie risorse umane, sui giornalisti che ogni giorno mandano avanti la baracca, garantendo con il proprio lavoro i contenuti dei giornali.
La risposta, forse antica, ma l’unica disponibile, è ancora e soltanto il vecchio e novecentesco sciopero. Lo hanno ribadito i Comitati di redazione nella loro recente riunione. Ora tocca alla segreteria e alla giunta Fnsi stabilire tempi e modalità. Ma la decisione di fatto è presa, nella speranza che possa servire a sbloccare la situazione. E che quanto successo nei giorni scorsi al Sole 24 Ore, dove il giornale è uscito, seppur in forma ridotta, in presenza di uno sciopero della redazione, non abbia a ripetersi.
«La mobilitazione per il rinnovo del contratto riesce se teniamo insieme la dignità professionale sia dei dipendenti che dei lavoratori autonomi. Solo così possiamo spuntarla in una vertenza con gli editori molto difficile. Se il sindacato dimentica una di queste due anime della professione facciamo un danno al sistema», ha detto ai Cdr Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi. «Per poter avere peso i giornalisti devono essere uniti. La categoria deve affrontare una situazione già complessa e ci attendono grandi sfide, come quelle legate all’intelligenza artificiale, che agli editori costa anche meno di un collaboratore e c’è il rischio che sostituisca sia i dipendenti che i lavoratori autonomi».
«Noi chiediamo regole per l’impiego dell’intelligenza artificiale nel lavoro giornalistico che ribadiscano che l’IA non può e non deve sostituire i giornalisti, il recupero del potere d’acquisto in busta paga e compensi davvero equi per i colleghi lavoratori autonomi, perché l’indipendenza economica di chi fa informazione è il primo requisito per avere una informazione indipendente – ha spiegato la nostra segretaria -. Alle nostre proposte gli editori hanno risposto con una chiusura totale, avanzando richieste per noi irricevibili, il cui risultato sarebbe spaccare la categoria, come l’introduzione di un contratto depotenziato per i nuovi assunti: inaccettabile».
*Carlo Muscatello, presidente Assostampa FVG