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CRISI INPGI, SONO SETTIMANE DELICATE PER IL FUTURO DELL'ISTITUTO*


Sono settimane delicate per il futuro dell’Istituto di previdenza dei giornalisti italiani (Inpgi) la cui gestione principale ha ormai un passivo di 242 milioni di euro, una perdita giornaliera di 665 mila euro e una riserva tecnica che non arriva ai due anni. Il 30 giugno scadrà lo scudo al commissariamento ed entro quella data il Governo e il Parlamento dovranno decidere quale strada di risanamento dovrà essere intrapresa. Per tale ragione in questo momento è quanto mai necessario parlare e affrontare il problema, sensibilizzando tutto il settore dell’informazione, affinché si attivi concretamente nel creare dibattito sulla questione.

Con questa finalità a inizio maggio ho inteso inviare un appello ai parlamentari del Friuli Venezia Giulia per aggiornarli sulla situazione dell’Inpgi, evidenziando le criticità generate dalla Legge Rubinacci del 1951 e dalla Legge Vigorelli del 1955, in base alle quali l’Istituto ha garantito con centinaia di milioni di euro sia il pagamento delle prestazioni assistenziali e previdenziali dei giornalisti italiani, che dal 1981 anche degli ammortizzatori sociali, ricevendo solo a partire dal 2009 un parziale ristoro di 20 milioni di euro per i prepensionamenti.

C’è, poi, il tema dell’allargamento della platea degli iscritti che va affrontato seriamente prendendo da subito in considerazione anche la solo parziale attuazione della legge 150/2000 sull’Informazione, come peraltro denunciato dalla Corte Costituzionale nell'ultimatum lanciato al Parlamento circa un anno fa, con la comunicazione nella Pa che registra ancora dipendenti i cui contributi vengono erroneamente versati all’Inps invece che all’Inpgi.

Sono molteplici i punti da affrontare per tutelare la previdenza dei giornalisti e garantire una stabilità strutturale di lungo periodo: serve un intervento politico complessivo, per una riforma del sistema dell’informazione fermo ad una legge istitutiva dell'Ordine vecchia di 58 anni e ormai superata. Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia numerosi sono stati i riscontri ricevuti dai parlamentari regionali in rappresentanza delle varie forze politiche presenti in Parlamento, che hanno assicurato sia interessamento alla questione, che di aver avviato le opportune interlocuzioni sul tema. Una tematica importante già presa in considerazione a livello parlamentare a fine dicembre 2020 con l’approvazione dell’emendamento alla Finanziaria presentato dagli onorevoli Sensi, Serracchiani e Viscomi e che per il 2021 garantisce il rimborso delle spese per gli ammortizzatori sociali e per gli incentivi all'occupazione, riducendo un ulteriore esborso da parte dell’Inpgi.

L’on. Debora Serracchiani ha confermato la continua attenzione alla problematica, come peraltro hanno fatto le colleghe Sandra Savino, Sabrina De Carlo e i colleghi Walter Rizzetto (interessato anche come componente della XI Commissione lavoro pubblico e privato) ed  Ettore Rosato, vice presidente della Camera dei Deputati, disponibile a un lavoro per le necessarie riforme che consentano all’Inpgi di dare una prospettiva di stabilità e sostenibilità futura. Conferme di impegno a seguire a Roma l’evoluzione della questione relativa all’Inpgi e all’informazione anche dalle senatrici Tatjana Rojc e Raffaella Marin e dal presidente della Regione Fvg e della Conferenza Stato, Regioni e Province Autonome, Massimiliano Fedriga che ha garantito massima attenzione e impegno a sensibilizzare la tematica a livello nazionale. 

*Andrea Bulgarelli, Consigliere generale Inpgi per il Friuli Venezia Giulia