IL CONVEGNO SUI GIOVANI E L’INFORMAZIONE

Si è svolto lunedì 16 dicembre nella sala convegni della Fondazione Friuli a Udine il convegno Dalla carta stampata a TikTok: com’è cambiata l’informazione tra i giovani promosso dal Corecom FVG in collaborazione con l’OdG FVG e il Messaggero Veneto Scuola (qui la locandina).

Pubblichiamo qui di seguito gli articoli che il Messaggero Veneto e l’inserto Messaggero Veneto Scuola hanno dedicato all’incontro.

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INFORMAZIONE E SOCIAL MEDIA
<AI GIOVANI SERVE UNA BUSSOLA
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Trampus: dilagano i problemi della disinformazione e dell’incitamento all’odio 
Bordin: oggi i ragazzi sono bombardati dalle notizie, ma non tutto è sempre vero

Come si informano i giovani? Com’è cambiata la ricerca di notizie nell’era delle news digitali? I social media sono strumenti attendibili o nascondono insidie? Di questo e molto altro ancora si è parlato ieri nella sala convegni della Fondazione Friuli nel corso dell’incontro organizzato dal Corecom Fvg, presieduto da Mario Trampus, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti del Fvg e del Messaggero Veneto Scuola, l’inserto settimanale dedicato agli studenti di Udine e Pordenone. Un osservatorio privilegiato per capire il mondo che cambia. I giornali di carta sono alle prese con l’emorragia delle copie, 30 per cento in meno negli ultimi quattro anni, e con l’età media degli spettatori delle reti televisive che è ormai di 66-67 anni. Bastano questi due dati, snocciolati con realismo dal presidente dell’Ordine dei giornalisti Fvg, Cristiano Degano, per capire che i giovani hanno adottato una carta geografica del tutto nuova nel campo dell’informazione.

Mauro Bordin ha portato i saluti istituzionali del Consiglio regionale. «Si tratta di un tema – ha premesso – che è all’attenzione delle famiglie e dei genitori, non soltanto delle istituzioni. La mia generazione ha avuto un percorso più progressivo mentre ora ai ragazzi arriva di tutto, sono letteralmente bombardati dalle notizie. Come tutti gli strumenti i social media possono essere usati bene o male. Il problema è comprendere, in quest’epoca della comunicazione indiscriminata in cui tutti possono dire qualsiasi cosa, che non tutto quel che arriva è vero, verificato. Si tratta dunque di insegnare un uso consapevole dei social, invitare i giovani a non accontentarsi della prima versione di un fatto, a non adagiarsi rispetto al mondo tecnologico. In altre parole i ragazzi dovrebbero sviluppare sempre di più uno spirito critico e sentire opinioni diverse». 

Dopo i saluti di Paolo Mosanghini, vicedirettore del Gruppo Nem con delega al Messaggero Veneto e del giornalista Oscar d’Agostino (che con il collega Gianpaolo Carbonetto nel 1999 fu tra i fondatori dell’inserto), portando i saluti del Corecom Mario Trampus ha introdotto i lavori ricordando i problemi «della disinformazione e dell’incitamento all’odio» e la conseguente esigenza di formazione dei giovani, come si propone di fare l’organismo di garanzia del Cr Fvg al quale Agcom ha delegato la funzione di media education.

Il convegno moderato da Degano è poi entrato nel vivo con le relazioni di Davide Gallino (Agcom), che da remoto ha parlato dell’ormai prossima regolamentazione degli influencer. Gabriella Scrufari, coordinatrice delle pagine Scuola del quotidiano friulano, ha evidenziato i cambiamenti dalla carta stampata a TikTok a e ha dato la parola ai ragazzi della redazione, che hanno riportato i dati di una piccola inchiesta condotta tra i coetanei, mettendo in luce il tipo di informazione che prediligono e i mezzi che utilizzano. Sono quindi intervenuti il coordinatore dell’associazione “Media educazione comunità” Giacomo Trevisan e il media educator Davide Sciacchitano. Erano presenti al convegno anche Enrico Sbriglia, garante regionale dei diritti della persona, e la presidente dell’Osservatorio regionale antimafia, Barbara Clama.

Fonte: Messaggero Veneto, martedì 17 dicembre 2024

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L’INFORMAZIONE DAL GIORNALE A TIKTOK
Come si informano i giovani tra media tradizionali, algoritmi e necessità di distinguere le fake news

Come si informano oggi i giovani? I social hanno davvero sostituito giornali e tv? Come rispondere alle loro esigenze, garantendo un’informazione rapida, ma al tempo stesso sicura e approfondita? Per capire il futuro dell’informazione bisogna partire proprio dai giovani, che ne saranno i protagonisti. Questo è stato il punto focale del convegno “Dalla carta stampata a TikTok: com’è cambiata l’informazione tra i giovani” organizzato da CoReCom e AgCom – enti che vigilano il settore delle comunicazioni garantendo la tutela degli utenti -, insieme alla Regione Fvg, all’Ordine dei giornalisti regionale, al Messaggero Veneto Scuola con l’apporto dei rappresentanti dell’associazione Mec (Media educazione comunità). L’incontro, tenutosi lunedì nella sede della Fondazione Friuli di Udine, ha coinvolto un ampio pubblico tra giornalisti, studenti universitari e i ragazzi della redazione MV Scuola come interlocutori: un “osservatorio sul mondo” che ha offerto uno spaccato autentico su come i giovani vivano il complesso mondo dei media in un’epoca di cambiamenti rapidissimi. Dopo i saluti di Mauro Bordin, presidente del Consiglio regionale FVG, Paolo Mosanghini, vicedirettore del Messaggero Veneto, Oscar D’Agostino, giornalista fondatore del nostro inserto e responsabile della sezione cultura e spettacoli, e Mario Trampus, presidente del CoReCom FVG, il discorso è entrato nel vivo, moderato dal presidente dell’Ordine dei giornalisti, Cristiano Degano. Tra gli interventi, Davide Gallino, rappresentante Corecom (dirigente ufficio vigilanza sanzioni media Agcom) ha approfondito il crescente peso degli influencer – oggi strumento privilegiato dalle aziende per promuovere i propri prodotti – analizzando il loro potere comunicativo e le responsabilità connesse. Giacomo Trevisan, coordinatore del Mec, si è concentrato invece sull’intelligenza artificiale e sulla proliferazione delle fake news, sottolineando il tuttora cruciale ruolo dei giornalisti. Infine, Davide Schiacchitano, media educator, ha offerto una riflessione sulle insidie della rete: luogo con immense opportunità, ma dove il confine tra informazione e disinformazione è sempre più labile. Di certo, l’intervento che più è stato capace di catturare l’attenzione del pubblico è stato quello dei ragazzi del MV Scuola introdotti dalla giornalista Gabriella Scrufari. La coordinatrice del del MV Scuola ha spiegato come lei stessa nel corso degli anni abbia visto i giovani cambiare sotto i suoi occhi, affermando che gli adulti dovrebbero essere i primi a cercare di apprendere le diversità e dunque interrogarsi su come essi si informano. A dare la risposta sono stati proprio i ragazzi del MV Scuola. Secondo una consultazione interna, le piattaforme di informazione alle quali la maggioranza si affida sono Instagram, TikTok e Google. Anche l’utilizzo di giornali digitali gratuiti è comune, ma nessuno è abbonato a riviste e testate o compra il giornale. Secondo loro questo avviene poiché mancano il tempo e la voglia di acquistare e leggere. I social permettono invece di accedere alle notizie velocemente e gratuitamente, e di partecipare attivamente commentando e interfacciandosi con la “community” che è pronta a rispondere ad eventuali richieste di chiarimenti. In aggiunta le notizie che si trovano sui social media si basano sull’algoritmo che conosce perfettamente i gusti e le passioni, e che quindi riesce a catturare più facilmente la nostra attenzione. Se da una parte le testate offrono informazioni veritiere e certificate, i social sono ad uso di tutti, anche di coloro che sono esperti nel diffondere Fake News. L’informazione sui social è certamente più veloce ma allo stesso tempo meno approfondita e non sempre verosimile. Il problema evidenziato è però lo stile del giornale, che spesso non rispecchia il gusto del giovane, che si aspetta un contenuto più colorato, accattivante e dinamico, dato che la soglia di attenzione negli ultimi anni si è notevolmente abbassata. Infine, rivolgendo uno sguardo al futuro, i giovani sperano che il giornale cartaceo non sparisca, in quanto ancora utile, ma che si adotti un metodo di informazione più creativo e interattivo, come quello proposto dai social.

IL COMMENTO
di NIKOLINA KOJCINOVIC

Dall’era dei messaggi sequenziali e lenti siamo approdati a un universo di istantaneità e connettività globale, dove ciascun individuo diventa simultaneamente mittente e ricevente di contenuti.

I giovani sono gli artefici principali di questa rivoluzione comunicativa: nascono già immersi in un mondo connesso, con lo smartphone che non è solo uno strumento, ma un’estensione organica della propria identità personale. L’innovazione tecnologica ha ridisegnato radicalmente le coordinate delle relazioni umane. Dove un tempo le conversazioni richiedevano tempo, prossimità fisica e ascolto empatico, oggi bastano pochi pixel, un’emoji o un breve video per veicolare messaggi. Ma questa velocità equivale davvero a comunicazione autentica?

Navighiamo tra piattaforme multiple, costruendo identità liquide e stratificate, spesso più curate e controllate nella dimensione digitale che nella realtà analogica. Un’accelerazione che rischia di appiattire la complessità e la profondità dell’esperienza umana.

Eppure, in questo scenario apparentemente frammentato, emerge un dato incoraggiante: proprio questa generazione digitale dimostra un’inedita capacità di attivismo globale e di mobilitazione istantanea attraverso le tecnologie.

La comunicazione non è più un processo lineare e unidirezionale, ma un ecosistema dinamico e interconnesso, dove le storie si costruiscono, si condividono, si moltiplicano e si trasformano continuamente, abbattendo confini geografici e culturali. Liceo Percoto Udine.

Fonte: Messaggero Veneto Scuola, martedì 17 dicembre 2024