IL PREMIO LUCHETTA NEL SEGNO DEL GIORNALISMO D'INCHIESTA
IL PREMIO LUCHETTA NEL SEGNO DEL GIORNALISMO D’INCHIESTA
Si è conclusa a Trieste la XX edizione del Premio Giornalistico Internazionale Marco Luchetta, una tre giorni di approfondimenti su temi di strettissima attualità, dal conflitto israelo-palestinese alle guerre dimenticate, dalla crisi climatica al dramma dei migranti scomparsi.
Alla conclusiva cerimonia di premiazione sono intervenuti, fra gli altri, il presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Carlo Bartoli (in videocollegamento), e quello regionale Cristiano Degano.
Quest’ultimo ha sottolineato che “in un mondo dell’informazione affidato sempre di più ai social, agli algoritmi e ora anche all’intelligenza artificiale è più che mai fondamentale il ruolo del giornalista che verifica la fondatezza delle notizie e testimonia, con la sua presenza sul campo, la realtà dei fatti. Ciò è tanto più importante oggi davanti a dei terribili conflitti che vengono sempre di più combattuti anche con la disinformazione”.
Degano ha infine ricordato la recentissima sentenza della Corte di Cassazione, depositata il 3 novembre scorso, che riconosce il “ruolo civile e utile alla vita democratica” del giornalismo d’inchiesta.
“Un giornalismo – ha detto – significativamente rappresentato in questi giorni a Trieste dai finalisti del Premio Luchetta. Lo stesso giornalismo per il quale sono morti quasi trent’anni fa, a Mostar e Mogadiscio, i nostri amici e colleghi. Non a caso – ha concluso – nella lapide che li ricorda davanti alla sede triestina di Ordine, Assostampa e Circolo della Stampa sta scritto vittime di un impegno professionale e civile“.